Da che parte sta il terrorismo? – Controllo, antiterrorismo e intelligenze criminali. Un incontro. | lunedi’ 10.03.08 (aggiornato)

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_ lunedi’ 10 marzo, dalle 20

    "Odio i lunedi’!" special edition presenta: 

Da che parte sta il terrorismo?
Chi sono i veri cattivi?
Controllo, antiterrorismo, intelligenze criminali.

Un incontro a Milano.

 

  *  ore 20: cena/aperitivo
  *  a seguire: incontro

 Il 31 luglio 2007 Florian L., Axel H., Oliver R. e Andrej H. vengono chiusi nel carcere Moabit di Berlino.Tutti e quattro gli arrestati, con indosso tutte in stile Guantanamo, vengono poi trasportati in elicottero agli uffici del procuratore a Karlsruhe la stessa notte, e posti in stato di arresto investigativo. Lo stesso giorno le case di altre tre persone, Matthias B. e due altri ricercatori vengono perquisite e viene loro notificato un provvedimento di indagine.
Una brutta storia di criminali, membri di Al Qaeda o mercanti di schiavi? No. Ma neppure stinchi di santo: le persone che hanno ricevuto questo trattamento sono ricercatori e attivisti politici fortemente impegnati contro l’erosione delle libertà civili e contro la trasformazione sociale imposta da logiche commerciali. Nei loro testi sono presenti parole come  gentrificazione, disuguaglianze, Parolacce di difficile comprensione. Ma che in realtà  descrivono in modo scientifico il processo di trasformazione a cui sono sottoposti anche  i quartieri popolari delle aree centrali delle città (a Milano, L’Isola),soggetti a forti  speculazioni del mercato edilizio.

l loro arresto è una delle tante "sviste" della lotta al terrorismo. Una lotta che, così com’è concepita, sembra servire a seminare il terrore, più che a combatterlo.

L’arresto infatti è stato fatto in base all’articolo 129a del codice penale tedesco, introdotto dal Parlamento nell’agosto 1976 per affrontare il problema della RAF (Roten armate fraktion, un gruppo assimilabile alle Brigate rosse). L’articolo criminalizza la partecipazione, la promozione e l’appoggio a organizzazione terroristiche, più che gli atti criminali in sé, rendendo quindi fondamentale la costruzione di una organizzazione terroristica come prerequisito per l’uso di questo reato da parte di una pubblica accusa. Dato che si tratta di un "reato associativo", un individuo può essere perseguito e punito per tutti i reati commessi dall’organizzazione della quale è parte, anche se non viene provato che sia coinvolto direttamente in nessuno di essi.

Andrej H. è stato liberato a fine ottobre. Il 10 marzo sarà a Milano, alla Cascina Autogestita Torchiera senzacqua, a raccontare la sua storia. E visto che quello che è successo a lui potrebbe riguardare ciascuno di noi, insieme a Mirko Mazzali (avvocato) e Blicero (Supporto legale-Genova G8) cercheremo di tracciare i paralleli con le leggi italiane, di capire quali sono le logiche della lotta al terrorismo, quali sono i modi per difenderci dalle sue false interpretazioni.



Per saperne di più:



http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1073
(intervista in italiano)

http://annalist.noblogs.org
(blog in tedesco e inglese)

http://einstellung.so36.net/it
(italiano)

http://education.guardian.co.uk/higher/worldwide/story/0,,2153121,00.html
(inglese)

 


Negli ultimi anni in Germania l’opposizione politica e il giornalismo di indagine sono stati pesantemente sotto attacco da parte di polizia e servizi segreti. Molti giornalisti sono stati spiati, molti manifestanti contro il G8 sono stati criminalizzati, e ora anche scienziati sociali con posizioni critiche vengono accusati di essere parte di una organizzazione terroristica per essersi avvicinati ai movimenti sociali e aver usato parole come "gentrification", "precarizzazione" e "marxista-leninista" nelle proprie pubblicazioni, e perché proprio questi materiali sono state ritrovate anche in alcune lettere inviate da un gruppo che ha rivendicato una serie di attentati contro auto ed edifici militari nei dintorni di Berlino dal 2001 in poi.


Dopo il crollo del blocco comunista e la transizione al capitalismo in Germania Est, alcuni degli arrestati sono stati coinvolti in ricerche e azioni contro i processi di "gentrification" (ovvero la sostituzione della popolazione dei ceti meno abbienti con gente di ceto medio e alto in zone "strategiche" della città, attraverso il rialzo dei prezzi immobiliari). In particolare alcune porzioni orientali di Berlino sono state oggetto di un ampio progetto di ristrutturazione con effetti devastanti per le famiglie con meno reddito, il tutto guidato dalle dinamiche di privatizzazione introdotte dopo la riunificazione. Gli studi condotti su questa transizione, però, non sono stati solo di natura accademica, ma cercavano di spingere il cambiamento sociale attraverso l’organizzazione di comitati di vicinato che hanno preso il nome di "We will all stay" (Resteremo Tutti, ndt), di cui due degli accusati hanno fatto parte. Inoltre le ricerche condotte da uno degli accusati hanno mostrato che più del 50% dei 140.000 abitanti del distretto in ristrutturazione di "Prenzlauer Berg" avevano abbandonato l’area, giungendo alla conclusione che il progetto "si opponeva diametralmente alle politiche del consiglio comunale e distrettuale che afferma di puntare a riabilitare e conservare le attuali strutture sociali".


I fondamenti scientifici di questo ragionamento, che illustrano effettivi sviluppi sociali ed economici, sono stati pesantemente criticati dagli attivisti e dai residenti al tempo, generando un grande dibattito politico L’arresto infatti è stato fatto in base all’articolo 129a del codice penale tedesco, introdotto dal Parlamento nell’agosto 1976 per affrontare il problema della RAF (Roten armate fraktion, un gruppo assimilabile alle Brigate rosse). L’articolo criminalizza la partecipazione, la promozione e l’appoggio a organizzazione terroristiche, più che gli atti criminali in sé, rendendo quindi fondamentale la costruzione di una organizzazione terroristica come prerequisito per l’uso di questo reato da parte di una pubblica accusa. Dato che si tratta di un "reato associativo", un individuo può essere perseguito e punito per tutti i reati commessi dall’organizzazione della quale è parte, anche se non viene provato che sia coinvolto direttamente in nessuno di essi. L’articolo 129a è stato usato tradizionalmente per criminalizzare i movimenti di sinistra. Il nucleo fondamentale dell’articolo è il suo stato di emergenza che ne garantisce la possibilità di sospensione dei diritti civili di base protetti sotto la normale legislazione penale e procedurale. La detenzione è un elemento centrale dell’articolo, dato che i sospetti sono tenuti in prigione per mesi o addirittura anni in attesa di giudizio, senza alcuna indicazione di che cosa siano in pericolo di fare. I diritti di visita sono praticamente inesistenti: i sospetti sono tenuti in isolamento per 23 ore al giorno, gli è permesso ricevere solo una visita alla settimana, e anche gli avvocati devono parlare ai loro assistiti attraverso un vetro antiproiettile. Spesso i sospetti sono tenuti in prigioni lontane dalle proprie case, rendendo quasi impossibile per amici e parenti le visite. Il diritto alla difesa viene pesantemente limitato, dato che gli avvocati non hanno accesso agli atti di indagine, rendendo la preparazione della difesa dei loro assistiti parecchio complessa, come anche il fatto che la corrispondenza dell’arrestato è totalmente sotto il controllo del giudice.
 

contatti per l’iniziativa: 380 3059647

 

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