_ Sabato 19 gennaio 2013, ore 21:30
TRoK! proudly presenta
::: FUZZ ORCHESTRA[free-grind | milano]
::: MAKHNO [industrial soul | brianza]
::: MISTAKING MONKS: sonorizzazione live
“Il Colore Del Melograno” (di Serhej Paradjanov, 1968)
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(continua a leggere per guardare le band con l’oculo che tutto vede)
::: FUZZ ORCHESTRA[free-grind | milano]
Nata nel 2006 la Fuzz Orchestra ha al suo attivo 2 dischi ed oltre 200 concerti tra Italia, Europa e USA. Partendo dall’improvvisazione radicale, la band arriva alla definizione di un sound basato su strutture di matrice heavy rock, prodotte da batteria e chitarra, su cui si innestano flussi noise ed audio samples tratti da film, documentari e vecchi vinili. Nel Marzo 2007 esce il primo lavoro “Fuzz Orchestra” (Wallace Records – Bar la Muerte), 30 minuti di musiche istintive e taglienti in bilico tra kraut rock e noise, innervate da narrazioni che raccontano momenti gloriosi (la Resistenza) ed oscuri (lo stragismo) della storia dell’italia contemporanea. Febbraio 2009 vede lʼuscita del secondo disco “Comunicato n°2” (Wallace Records – Bar la Muerte – Escape from Today – Boring Machines): il sound diventa più oscuro e più brutale mentre le narrazioni ridanno voce a soggetti e momenti di rivolta che hanno attraversato la seconda metà del Novecento italiano.
Nell’estate 2011 a Luca Ciffo (chitarra) e Fabio Ferrario (audio samples e noise) si unisce Paolo Mongardi (batteria) già con ZEUS!, Fulkanelli, Ronin ed ex Jennifer Gentle: il suo contributo caratterizza fin da subito le registrazioni del nuovo materiale, arricchendo l’originario sound heavy-rock ’70s con il suo drumming futurista e metallurgico. Con questa nuova formazione il 4 Dicembre 2012 esce “Morire Per La Patria”, album co-prodotto e distribuito da un vero e proprio ensemble di etichette composto da Blinde Proteus, Bloody Sound Fucktory, Boring Machines, Brigadisco, Cheap Satanism, Escape from Today, fromSCRATCH, HysM?, Il Verso del Cinghiale, Offset, Tandori, To Lose La Track, Trasponsonic, Villa Inferno, Wallace.
Il suono è impreziosito da alcuni ospiti d’eccezione, nonché amici quali Xabier Iriondo, Enrico Gabrielli, Dario Ciffo ed Edoardo Ricci.
::: MAKHNO [industrial soul | brianza]
Makhno è il one man project di Paolo Cantù , musicista autodidatta, chitarra elettrica e qualsiasi altra cosa gli capiti tra le mani. Le sue prime esperienze sono nella storica band brianzola Tasaday, dopo la quale è membro fondatore di Afterhours, Six Minute War Madness, A Short Apnea (semplicemente un pezzo di storia della scena underground italiana) fino all’ultimo gruppo con Xabier Iriondo, Uncode Duello. Dopo il suo esordio come solista con 4 brani sul vinile Phonometak 10, Silo Thinking è la sua prima prova sulla lunga distanza. Dalla Newsletter della Wallace Records: “Qui Paolo condensa la trentennale frequentazione nelle musiche altre, e lo fa da solo in un album che appare tutt’altro che il progetto di un chitarrista che si dedica composizioni intimiste con il proprio strumento eletto: qui dentro ci sono industrial e post-punk, ci sono i Throbbing Gristle, i Butthole Surfers ed i Big Black, ma soprattutto c’è il tocco, l’anima e la composizione di un chitarrista e polistrumentista unico e personalissimo, che per la Wallace Records rappresenta una carta d’identità. Suonato, registrato e mixato in completa autonomia, Silo Thinking è un vinile 12″ ed è una coproduzione Wallace, Hysm?, Brigadisco e Neon Paralleli, e vede come unico contributo esterno la presenza di Federico Ciappini (Six Minute War Madness) alla voce nel brano Custer.”
::: MISTAKING MONKS: sonorizzazione live
“Il Colore Del Melograno” (di Serhej Paradjanov, 1968)
I MM sono Cristiano Calcagnile (percussioni), Xabier Iriondo (mahai) e Gianni Mimmo (sax soprano).
SERGHEJ PARADJANOV incarna una delle vette poetiche dell’espressione su pellicola. Fu definito da Fellini “uno dei più grandi maghi che il cinema mondiale abbia mai avuto”, da Antonioni “fra i migliori registi del cinema contemporaneo, capace di bellezza e perfezione”, da Tarkovsky “l’uomo della poetica paradossale e della libertà”. Colpevole di così forte bellezza e libertà da essere stato perseguitato e rinchiuso in carcere dal regime sovietico per omosessualità, egli è una vittima del’ottusità e della convenzione.
Paradjanov possiede uno sguardo unico, totale, e gode del privilegio di un’altissima intelligenza artistica capace di una sintesi perfetta fra teatro e mitologia, fra immagine e forza narrativa, fra sogno e premonizione. Ogni suo film è unico. È un cinema di straordinario respiro che attraverso il ricorso a categorie archetipiche, riesce a raccontare con immaginifica drammaturgia i temi fondamentali del pensiero, del sentimento, dell’etica. Il suo cinema è oracolare e leggendario, reso inimitabile da un uso della celebre tecnica dei “Tableau Vivant” di rara perfezione formale e di pulsante simbolismo. Inquadrature al limite del sogno, teatro rurale, tradegia mitica, della danza e del gesto simbolico, perfezione del dettaglio, fascino per la tradizione profonda e mistero, sono le forze impeccabili di un cinema trascendente.
“Il Colore Del Melograno” (Sayat Nova, 1968) è da molti ritenuto il suo capolavoro. Film del quale, subito e spesso, perdiamo e ritroviamo la trama narrativa, “Il colore del melograno” ci conduce in un luogo profondo e spirituale dove la vicinanza di cielo e terra trovano nella ambientazione Georgiana e Armena la collocazione ideale.
In questa riduzione la successione dei “Tableau Vivant” di Sayat Nova viene investigata dalla musica di MISTAKING MONKS. Sorprendente per la modernità simbolica, questa relazione tra musica e immagine non può essere didascalica, tanto grande è la forza delle immagini. Si tratta quindi di una rilettura, in chiave forse contemporanea, profonda e reciproca fra le due parti. Immagini con forza drammatica trovano nella musica una sorta di traduzione, di conduzione, di esplicazione ad altro livello. Come una mitologia guardata alle spalle, invece che dalla prospettiva post moderna, come una spinta pervasiva e un abbraccio totale.