Dopo diciotto anni, la Rassegna del Saltimbanco non attraverserà l’estate di Milano e della Cascina Autogestita Torchiera.
E’ stata una decisione difficile da prendere, e altrettanto difficile sarà spiegare come ci si è arrivati, ma riteniamo sia importante farlo, specie per rispetto di tutti coloro che hanno sempre visto nella Rassegna un appuntamento atteso e amato nel panorama milanese.
La Rassegna dei Saltimbanco nasce nel 1998 per regalare alla città qualcosa di radicalmente nuovo: uno luogo dedicato totalmente agli artisti di strada. Uno spazio di cui all’epoca la città di Milano era completamente priva, e che nella nostra visione doveva essere soprattutto uno spazio di assoluta libertà. Libertà di esistere al di là delle istituzioni, delle strutture teatrali, dei finanziamenti, dei fondi ministeriali, della burocrazia, di qualsiasi forma di potere o condizionamento. Libertà di ridere del potere e contro il potere, di ogni potere, della religione, della politica, delle forze dell’ordine e del disordine… di ridere insomma del mondo che ci circonda, che da sempre non ci piace e non ci soddisfa. E di ridere soprattutto di noi stessi. Libertà di divertire e divertirci. Libertà a cui non abbiamo mai rinunciato in tutti questi anni.
La Cascina Torchiera è stato il nostro luogo di elezione, la nostra casa, potremmo dire la nostra madre. Lo spazio ideale dove esercitare e coltivare queste libertà. Ma c’era anche un’ulteriore libertà che sosteneva tutte le altre, ai nostri occhi irrinunciabile. La libertà di non obbedire alle abitudini e cercare sempre nuove sfide. Di essere, cioè, in perenne stato di rivoluzione. Quella che per noi è la regola sregolata di ogni percorso artistico.
Da buoni saltimbanchi sappiamo che il nostro amore (perché ogni creazione artistica è sempre atto di ribellione e di amore) sta nel mutamento, nel disequilibrio, nell’imprevisto e nell’imprevedibile che eleggiamo a nostro compagno di strada. In questi quasi due decenni molte cose sono cambiate. Da una parte c’è la lunga e complessa crisi che attraversa il movimento antagonista cittadino, come dimostra la drastica riduzione degli spazi sociali occupati, e che di riflesso ha colpito anche il collettivo della Rassegna, che non è stato in grado ne’ di produrre un ricambio generazionale ne’ di proporre formule in grado di dialogare con una realtà nuova. Dall’altra è mutato lo scenario del teatro di strada in città: la Rassegna stessa non è più una proposta unica nel panorama culturale milanese, tanto che col tempo è diventato sempre più difficile confrontarsi con eventi più ricchi e meglio attrezzati e soprattutto portare sul palco della Torchiera artisti nuovi, che accettassero la logica di gratuità e di condivisione che ci ha sempre animato.
Ci siamo accorti che questa travolgente esperienza che abbiamo avuto la fortuna e la forza di vivere sin qui era giunta al termine, che era arrivato il tempo di cambiare. Ci siamo resi conto che non potevamo più star fermi senza scadere nello scontato e nell’abitudine e abbiamo deciso di rimetterci in cammino. Dopo diciotto anni la Rassegna era diventata grande, ed era giusto e necessario che cominciasse un nuovo viaggio. La Rassegna dunque non finisce, non muore. Decide di trasformarsi, di evolvere, di diventare qualcosa di diverso. Dopo due decenni, si mette in cerca di nuove sfide.
Salutiamo la Cascina Torchiera ringraziandola per tutti questi anni di reciproco sostegno e di comune cammino e ci prepariamo ad allestire il nostro palco da giullari in altri luoghi che, come la Torchiera, rappresentano per noi un esempio e una lotta da sostenere.
La prima tappa di questo nuovo viaggio sarà già a settembre, quando la Rassegna sbarcherà a Bussoleno, in Val di Susa, per sostenere e raccogliere fondi per il movimento NoTav.
Ci rimettiamo in viaggio partendo dalla Cascina Torchiera, che ringraziamo e salutiamo con un addio, bensì con un arrivederci. Perché per ogni figlio prima o poi giungerà il tempo di tornare a casa.
I saltimbanchi