Questa mattina ci siamo autoinvitati alla conferenza stampa di presentazione di “Cascine Aperte 2011” per riaffermare il diritto di Torchiera all’acqua pubblica e per consegnare a tutti i presenti un kit di supporto alla nostra lotta. A questo indirizzo potete scaricare la lettera aperta che abbiamo prodotto per l’occasione.
qui sotto il testo della lettera:
IL MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
Lettera aperta della “Cascina Autogestita Torchiera SenzAcqua” ai soggetti coinvolti nella giornata Cascine Aperte 2011, agli organizzatori dell’iniziativa, alle realtà e reti solidali con la nostra esperienza di lotta e autogestione
Torchiera c’è, ed è il secondo anno consecutivo. Perchè una realtà antagonista, certo un’antica cascina ma per tutti innanzitutto un centro sociale occupato, prende parte ad un kermesse del profilo di Cascine Aperte?
Qualcuno il quesito se l’è posto e vi chiediamo il coraggio di arrivare in fondo alla lettera perchè anche a voi abbiamo intenzione di fare una domanda.
Quando un anno fa ci è stato proposto di partecipare a quest’iniziativa ci siamo sentiti subito fuori contesto, ritagliammo quindi la nostra giornata di apertura all’insegna dell’ironia e della provocazione nei confronti dell’expo-entusiasmo che animava Cascine Aperte: autocostruzione nella capitale della speculazione, l’incontro con i NoExpo, la pedalata al campo rom alle porte di uno sgombero vile, inutile, costosissimo…
Torchiera provava così a raccontarsi a soggetti che non conosceva e la serata a sostegno del Naga a conclusione della giornata fu partecipatissima. Buona la prima.
Perchè ostinarsi quindi? Il prossimo anno sarà per Torchiera il ventesimo. Venti anni spesi all’insegna dell’autogestione per ricostruire e riattivare gli spazi della trecentesca cascina per farne un laboratorio, un progetto, uno strumento ad uso di chi non si rassegna a questa Milano, ai suoi ritmi, codici e stili di vita. La storia di questa seconda vita di Torchiera la potete leggere sulla pagine di Wikipedia o assaporare facendovi un giro nell’atmosfera delle nostre proposte culturali, artistiche, politiche. Così come non sono mancate in questi ultimi anni le occasioni per uscire dalla Cascina ed alzare la voce contro le ipotesi di sgombero prima e di svendita poi. La scommessa di quest’anno è però un’altra. In tante Cascine lavorano oggi realtà cooperative, attive nella gestione del verde pubblico, orientate all’iniziativa sociale e solidale. Noi siamo fatti a modo nostro ed è grazie a questo stile unico che la Cascina Torchiera è oggi in piedi. Conosciamo bene la fatica necessaria per prendere in mano un rudere e trasformarlo, giorno dopo giorno, in una Cascina viva, interessante, e, perché no, bella e accogliente.
Noi questo sforzo bellissimo e sfiancante lo facciamo da vent’anni senz’acqua in una società in cui più la si usa e meno se ne percepisce il valore. L’acqua è una ricchezza del territorio che scivola copiosa nello sciacquone, per questo motivo siamo stati soggetto attivo nelle lotte per il diritto all’acqua pubblica, di qualità, per tutti.
Continueremo a fare la nostra parte ma oggi vi scriviamo con l’invito a supportarci in questa lotta: Torchiera sta lottando per riconquistare l’allacciamento all’acqua pubblica e chiede alle cascine di Milano di dire la loro su questa battaglia.
Non ci aspettiamo alcun riconoscimento istituzionale e non è nel nostro stile lavorare sottobanco per ottenere concessioni e benedizioni. Nella nostra storia spazio sociale e riattivazione della cascina sono cresciuti insieme, se come noi pensate che ne sia valsa la pena dite la vostra perchè a Torchiera sia restituita quanto prima l’acqua.
Grazie per la pazienza e il coraggio,
Cascina Autogestita Torchiera senzacqua
bella la lettera!
forse era più comodo se mettevate il testo direttamente nel post
baci
hai ragione, grazie.
abbiamo aggiunto il testo.
Siete grandi continuate a lottare!
Una lettera leggerissima e priva di denuncia sulla pessima responsabilità politica delle giunte fascio-capitaliste che hanno dilaniato il tessuto urbano dei milanesi negli ultimi 18 anni, anni pari, quanto la sottrazione dell’acqua in Cascina Torchiera, meccanismo ordito secondo il principio della “Privatizzazione” di tutto ciò che è Comune.
Gli anticomunali e quindi anticomunisti, che della “Casa Comune” e dei “Beni Comuni” ne hanno fatto scempio ventennale e che si erano arroccati il diritto tracotante di trasformare l’acqua pubblica in “Cosa Nostra”, quindi di venderla in regime di monopolio speculativo negandola a chiunque non fosse in linea con i loro disegni eversivi, li ha portati a chiudere subito i rubinetti anche ad una moltitudine di giovani (quindi cittadini milanesi) della Cascina Torchiera, perpetuando un “ASSEDIO” micidiale cui i Torchiera ha saputo respingere per 18 anni.
La lettera doveva chiedere innanzitutto alla nuova Giunta se anch’essa allineata a quella forma barbarica antisociale e antidemocratiche verso chi chiese e chiede con la lotta una alternativa al sistema pianificato in atto.
Dopodiché, nessuna domanda poteva essere formulata in quanto si formulava automaticamente la richiesta di ripristino del “Diritto Comune”, diritto sancito risalente ai tempi post medioevale col Carroccio che fondava il “Comune” e la “Casa Comune” cacciando via tutti i sudici privatismi dalla città, privatismi risorti da zombi incravattati nelle giunte anticomunali insidiatesi con l’inganno e la tracotanza mediatica.
incazzosamente
enea
(tamburino bianco della Banda degli Ottoni a Scoppio”