Vi ricordate del congresso che
c’è stato a inizio giugno? Quello sulle pratiche di autogestione
eccetera eccetera? Ri-eccoci, siam di nuovo noi. E un po’ di altre
persone che si sono aggiunte dopo aver partecipato alla prima manche di
questo nuovo percorso. Non era una burla la nostra intenzione di andare
avanti.
In realtà nel suo essere “nuovo” questo progetto è molto semplice,
quasi banale: il mondo, la realtà che ci circorda è intollerabile;
l’aria divenuta irrespirabile soffoca le menti e toglie la libertà non
solo di espressione, non solo di pensiero ma la libertà di vivere, la
libertà di essere (e di non essere come loro). Partendo da questo
semplice presupposto e senza voler promettere a tutti i costi un mondo
migliore fatto di pace e bene (questo compito lo lasciamo volentieri ad
altri), abbiamo il bisogno quasi fisico di non stare a guardare, di non
rimanere passivi di fronte a questo disastro. Però ci rendiamo anche
conto che tutto ciò che già esiste a livello di protesta, di proposta
alternativa, di “opposizione”/attivismo, di movimento di cui ciascuno
di noi fa già parte (ognuno in maniera e in una realtà diversa) non
basta, non ci basta. Si è visto dopo lo sgombero di Cox18, sembrava che
una nuova era stesse per avere inizio: reti di solidarietà tra realtà,
voglia di attivarsi contro ogni affronto, bisogno di ricominciare,
rifare, reinventare…e poi molto di tutto ciò si è spento nella
frustrazione più generale e nel ritornare a fare quello che si faceva
prima.
c’è stato a inizio giugno? Quello sulle pratiche di autogestione
eccetera eccetera? Ri-eccoci, siam di nuovo noi. E un po’ di altre
persone che si sono aggiunte dopo aver partecipato alla prima manche di
questo nuovo percorso. Non era una burla la nostra intenzione di andare
avanti.
In realtà nel suo essere “nuovo” questo progetto è molto semplice,
quasi banale: il mondo, la realtà che ci circorda è intollerabile;
l’aria divenuta irrespirabile soffoca le menti e toglie la libertà non
solo di espressione, non solo di pensiero ma la libertà di vivere, la
libertà di essere (e di non essere come loro). Partendo da questo
semplice presupposto e senza voler promettere a tutti i costi un mondo
migliore fatto di pace e bene (questo compito lo lasciamo volentieri ad
altri), abbiamo il bisogno quasi fisico di non stare a guardare, di non
rimanere passivi di fronte a questo disastro. Però ci rendiamo anche
conto che tutto ciò che già esiste a livello di protesta, di proposta
alternativa, di “opposizione”/attivismo, di movimento di cui ciascuno
di noi fa già parte (ognuno in maniera e in una realtà diversa) non
basta, non ci basta. Si è visto dopo lo sgombero di Cox18, sembrava che
una nuova era stesse per avere inizio: reti di solidarietà tra realtà,
voglia di attivarsi contro ogni affronto, bisogno di ricominciare,
rifare, reinventare…e poi molto di tutto ciò si è spento nella
frustrazione più generale e nel ritornare a fare quello che si faceva
prima.
Forse è arrivato il momento di fermarsi un attimo a parlare. Non per
mettere in campo un’azione unica e unitaria, non per decidere una linea
comune da seguire e inseguire, non per trovare delle verità
assolute…vogliamo semplicemente poterci confrontare facendo cadere i
tabù che ci opprimono, ribaltando gli ipse dixit che da troppo tempo
non vengono rimessi in discussione e resi attuali in questo mondo in
continuo cambiamento, risolvendo gli irrisolti che ci ottundono la
mente.
Tutto questo in uno spirito libertario di riaffermazione innanzitutto
della libertà di ciascuno di agire secondo la propria modalità e
pensiero e di una necessità di riconoscere l’importanza della
complementarietà delle pratiche, le quali non sono giuste o sbagliate
de facto ma la loro efficacia sta nella determinazione delle proprie
azioni e nella creatività da mettere in campo per trovare soluzioni
nuove ed uscire dalla stagnazione di un “movimento” che troppo spesso è
immobile.
Per questo invitiamo le persone, i singoli delle realtà, chiunque abbia
voglia di mettersi in gioco con mente aperta a partecipare a questa 4
giorni di lavori, fermenti, suggestioni e anche festa; nell’ottica di
costruire un percorso, con l’intento di andare avanti e ribaltare le
carte in tavola!