Comunicato sulla sentenza del processo MayDay 2004

 
                Hanno "decorato" la citta’?

E’ iniziato il processo di criminalizzazione dell’Euro MayDay, uno dei
pochi percorsi politici che in questi anni, invece di svuotarsi, sta aggregando sempre piu’ precari attraverso l’espressione creativa ecospirativa come forma di dissenso. La magistratura ha provato ad incastrare questo popolo, attraverso una legge datata 1931, con l’accusa di essere dei criminali pericolosi per gli ordinamenti politici, sociali ed economici dello stato. Ed effettivamente, l’Euro MayDay parade ha costretto questi tre (diversi?) poteri a mettere al primo punto dell’ordine del giorno la precarieta’ che attanaglia le vite di milioni di lavoratori, studenti e disoccupati, nativi e migranti.
Ma il castello di carta e’ crollato, e per arginare i danni e contenere le lotte lo strumento che questo ordine utilizza e’ simile ad una roulette russa, che colpisce di volta in volta un diverso gruppo di precari, secondo una logica assai "evangelica" di frammentazione tra pecorelle buone e pecore cattive.

A chi tocca adesso?


Il gioco politico e giudiziario questa volta ha scelto di condannare le
pratiche di comunicazione attiva e diretta, e la creativita’ a volto scoperto.

Chi, con una risata in faccia, ha partecipato e dato il suo contributo al
percorso dell’Euro MayDay e’ stato condannato a piu’ di un anno di detenzione.

Da 6 anni il popolo dei precari e delle precarie ha invaso, assordato,
colorato le strade di questa citta’ (e di tutta Europa), portando il tema della precarieta’ al centro del dibattito pubblico. La risposta e’ sempre la stessa: danneggiamento! danneggiamento! danneggiamento!!!

Chiediamo diritti per piu’ di sei mesi, rispondono dandoci un anno di
galera.

WE SAY MAY-DAY, MAY-DAY


Cascina autogestita Torchiera senzacqua

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