Per non dimenticare la strage fascista e di Stato.
Per Pinelli.
MANIFESTAZIONE SABATO 14.12.2013, h 15 piazza della Scala
Leggi l’appello alla partecipazione della Rete Partigiani in ogni quartiere
Sono le h 16:37 del 12 dicembre 1969 quando nel centro di Milano, in piazza Fontana, viene avvertita un’esplosione proveniente dalla Banca Nazionale dell’Agricoltura. In breve tempo è noto il numero delle vittime, 17 morti e 88 feriti e con altrettanta rapidità viene individuata la causa scatenante nell’esplosione di un ordigno. Negli anni e nei decenni a venire, tuttavia, i tentativi di stabilire le responsabilità dell’accaduto non godono di analoga lucidità e linearità.
A 44 anni da questo tragico avvenimento, nonostante i 7 processi, l’elevato numero di indagati, la serie di condanne seguite da altrettante assoluzioni e le confessioni degli implicati, lo Stato italiano non è in grado di sancire alcuna condanna definitiva.
Non avremo mai una verità giudiziaria, ma possiamo contare su due verità storiche accertate: la matrice neofascista dell’attentato e l’implicazione di corpi dello Stato.
Oggi riteniamo imprescindibile conservare memoria di questo tragico evento come monito delle conseguenze nefaste provocate dalle azioni di gruppi neofascisti e dall’inerzia e dall’opportunismo dell’apparato statale.
Piazza Fontana ci insegna ancora oggi a non mettere a tacere il senso critico di fronte all’esistenza di partiti politici di stampo neofascista solo perché legali. La legalità politica non può essere né una giustificazione di legittimità né una scusa che conduce all’indifferenza. Legali erano le leggi razziali del Ventennio, legale era il partito nazista: in che mondo ci troveremmo a vivere se, nonostante questo, non fossero mai stati messi in discussione e combattuti?
Ci si accorge degli avvenimenti sempre a giochi fatti. Ma anche la complicità e l’indifferenza sono una colpa.
Per la messa al bando di Forza Nuova, Lealtà e Azione, Casa Pound e di tutti i partiti di ispirazione neofascista legalmente riconosciuti.
Per la chiusura delle sedi di gruppi neofascisti.
Per non dimenticare.