La Nakba 1948-2018 serata con Abdullah Amin Alhallak

Lunedì 14 maggio

Ospite della serata Abdullah Amin Alhallak.
Ha iniziato il giornalismo nel 2004. Pubblicato in giornali arabi come Al “Hayat”, Al Modon,” Al Nahar”, “Egitto arabo” e “Al Mustaqbal”. Ha lavorato per 4 anni come ricercatore senior presso la “Samir Kassir Foundation” di Beirut.
Ha pubblicato un libro in arabo sulle rivoluzioni arabe e sui temi della democrazia e della laicità nel mondo arabo, un libro della “Friedrich Ebert Foundation” e uno studio analitico sullo sviluppo della stampa siriana dell’ultimo secolo.
Ha contribuito con un gruppo di ricercatori siriani alla preparazione e pubblicazione di un libro in inglese della Fondazione Friedrich Ebert, intitolato: Siria, giocando con la carta settaria.
A luglio pubblicherò un libro in italiano sulla rivoluzione siriana, la guerra civile e il conflitto in e contro la Siria.
Ha lavorato come redattore capo della rivista Syria-Write per due anni è stato uno dei fondatori della rivista. Un progetto di studio approfondito sulle minoranze religiose in Siria è stato completato in collaborazione con il ricercatore siriano Iyad Al-Abdullah e sostenuto dalla Fondazione euromediterranea per il sostegno ai difensori dei diritti umani. La ricerca è stata pubblicata nel gruppo di studi e l’iniziativa di riforma araba a Parigi

Ogni 15 maggio il popolo palestinese e tutti i suoi sostenitori nel mondo commemorano la Nakba, la catastrofe. Questo termine è l’appellativo che i palestinesi danno al 15 maggio del 1948, data in cui l’esercito sionista ha invaso i territori palestinesi, impossessandosi delle terre, delle case e del futuro del popolo palestinese.
Al Nakba è stato il giorno in cui il popolo palestinese si è trasformato in una nazione di rifugiati, in cui almeno 750.000 persone sono state espulse dalle loro case e costrette a vivere nei campi profughi. Molti di quelli che non sono riusciti a scappare o si sono ribellati o in qualche modo rappresentavano una minaccia per il progetto sionista sono stati uccisi.

Si conoscono più di 530 villaggi palestinesi che sono stati evacuati e distrutti completamente, con annesso il tentativo di cancellare addirittura l’esistenza di quegli agglomerati, eliminando foto dell’epoca, documenti e testimonianze di vita e cultura palestinese.
Israele oggi continua ad impedire il ritorno a casa di circa sei milioni di rifugiati e ancora oggi a cerca di espellere i palestinesi dalla loro terra, attraverso politiche razziste degne della peggiore apartheid.

Queste operazioni assumono di volta in volta forme e nomi diversi, attualmente vengono chiamati “trasferimenti”. I rifugiati palestinesi sono fuggiti in diversi posti e la maggior parte di questi vive nel raggio di 100 miglia dai confini d’Israele, ospite negli stati arabi confinanti; alcuni sono fuggiti nei paesi limitrofi intorno alla Palestina, altri sono fuggiti all’interno della Palestina ed hanno vissuto nei campi profughi, costruiti appositamente per loro dalle agenzie ONU, e altri si sono dispersi in vari paesi del mondo.
Tutti questi rifugiati hanno un sogno in comune: ritornare nelle loro case di origine, e questo sogno è rinnovato ogni anno attraverso la commemorazione della Nakba.

Come ogni lunedì:

Dalle 18
MERCATORK

Alle 20:00circa
CENA a cura dei Giovani Palestinesi di Torino
,mujadarah
-Homos:
-Mutabal
-tabula:
-Tabboulh

21:00 dibattito

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Una risposta a La Nakba 1948-2018 serata con Abdullah Amin Alhallak

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