RuinsZu in concerto: Tatsuya Yoshida (Ruins) + Massimo Pupillo (Zu)

Cascina Torchiera è lieta di ospitare i concerti di Tatsuya Yoshida (Ruins) e Massimo Pupillo (Zu)
ore 19 aperitivo vegano
ore 21 concerti:
Ruins solo (Tatsuya Yoshida)
RuinsZu (Tatsuya Yoshida, Massimo Pupillo)
“I Ruins rappresentarono una delle esperienze piu` importanti del progressive-rock Giapponese degli anni ’80. […] Gli YBO2 (Yellow Biomechanik Orchestra 2) erano nati intorno al 1984 per iniziativa di KK Null (chitarra), Masashi Kitamura (basso e tastiere) e Tatsuya Yoshida (batteria). si erano conquistati un posto di preminenza assoluta fra gli eredi del progressive rock di King Crimson e Canterbury.si spinsero anche oltre, pervenendo priva alla cacofonia degli Einsturzende Neubauten e poi persino a una specie di techno ambientale. Yoshida, fra le mille iniziative periferiche, diede vita con Kazuyoshi Kimoto ai Ruins.
Le improvvisazioni sono improntate a uno humour surreale, quasi da cartone animato, sulla falsariga di John Zorn. Oltre al thrash-jazz di costui, i Ruins si rifanno al rock progressivo di Canterbury, ai Faust e alla new age elettronica, stabilendo poco meno che un primato di versatilita`. Per completare la somiglianza con i Magma, le liriche sono cantate in una lingua inventata da Yoshida.”
https://www.scaruffi.com/vol6/ruins.html
“Gli Zu sono Massimo Pupillo al basso, Jacopo Battaglia alla batteria, Luca Mai al sassofono,, uno dei più avventurosi esempi di post rock all’alba del nuovo secolo, evocando talvolta i leggendari Last Exit con la chitarra di Sharrock’s sostituita dal basso di Pupillo. Affinata la propria estetica con una serie di colonne sonore tetrali (“Vladimir Majakovskj”, “Il Funambolo”, “Histoire du Rock’n’Roll”, “Octavia”), finalmente debuttano con Bromio (Wide, 1999), un’opera selvaggia, fragorosa e veloce che ricorda l’apice del jazzcore (Saccharine Trust, Universal Congress, the Ex), con pezzi di free-jazz e funk spruzzati in un contorto mix alla maniera di Captain Beefheart e Contortions. La fama degli Zu inizia a trapelare dall’altra parte dell’oceano, e porta a due collaborazioni con Eugene Chadbourne. Vantando le collaborazioni del sassofonista Ken Vandermark , del trombonista Jeb Bishop e del violoncellista Fred Lomberg-Holm, gli Zu pubblicano il loro secondo album Igneo (Wide, 2002), un tour de force di brutale e destrutturata musica strumentale.”
https://www.scaruffi.com/vol7/zu.html
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