Ma che bella città!

A ridosso della festa di Liberazione del 25 aprile e delle mobilitazioni dei lavoratori per il 1° maggio non bastava il corteo commemorativo per Ramelli il 29 con Milano sommersa di croci celtiche e saluti romani, e nemmeno il contestuale divieto ai compagni di deporre una corona di fiori alla lapide di Gaetano Amoroso, accoltellato in quei giorni dai fascisti: si aggiunge il tentativo di riproporre in veste istituzionale la competizione sportiva tra le squadre delle varie realtà dell’estrema destra milanese (ridimensionato in quel di Ripamonti anziché al Lido), nonché l’imminente apertura della sede milanese della “guardia nazionale padana” (in 1500 mq di una scuola comunale) con scopi di ‘protezione civile’ (leggi ‘militarizzazione del territorio’) e di Casa Pound Milano in uno stabile ALER a 200 m, il tutto nel cuore di QUARTO OGGIARO.

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