Lunedì 14 maggio
Ospite della serata Abdullah Amin Alhallak.
Ha iniziato il giornalismo nel 2004. Pubblicato in giornali arabi come Al “Hayat”, Al Modon,” Al Nahar”, “Egitto arabo” e “Al Mustaqbal”. Ha lavorato per 4 anni come ricercatore senior presso la “Samir Kassir Foundation” di Beirut.
Ha pubblicato un libro in arabo sulle rivoluzioni arabe e sui temi della democrazia e della laicità nel mondo arabo, un libro della “Friedrich Ebert Foundation” e uno studio analitico sullo sviluppo della stampa siriana dell’ultimo secolo.
Ha contribuito con un gruppo di ricercatori siriani alla preparazione e pubblicazione di un libro in inglese della Fondazione Friedrich Ebert, intitolato: Siria, giocando con la carta settaria.
A luglio pubblicherò un libro in italiano sulla rivoluzione siriana, la guerra civile e il conflitto in e contro la Siria.
Ha lavorato come redattore capo della rivista Syria-Write per due anni è stato uno dei fondatori della rivista. Un progetto di studio approfondito sulle minoranze religiose in Siria è stato completato in collaborazione con il ricercatore siriano Iyad Al-Abdullah e sostenuto dalla Fondazione euromediterranea per il sostegno ai difensori dei diritti umani. La ricerca è stata pubblicata nel gruppo di studi e l’iniziativa di riforma araba a Parigi
Ogni 15 maggio il popolo palestinese e tutti i suoi sostenitori nel mondo commemorano la Nakba, la catastrofe. Questo termine è l’appellativo che i palestinesi danno al 15 maggio del 1948, data in cui l’esercito sionista ha invaso i territori palestinesi, impossessandosi delle terre, delle case e del futuro del popolo palestinese.
Al Nakba è stato il giorno in cui il popolo palestinese si è trasformato in una nazione di rifugiati, in cui almeno 750.000 persone sono state espulse dalle loro case e costrette a vivere nei campi profughi. Molti di quelli che non sono riusciti a scappare o si sono ribellati o in qualche modo rappresentavano una minaccia per il progetto sionista sono stati uccisi.
Si conoscono più di 530 villaggi palestinesi che sono stati evacuati e distrutti completamente, con annesso il tentativo di cancellare addirittura l’esistenza di quegli agglomerati, eliminando foto dell’epoca, documenti e testimonianze di vita e cultura palestinese.
Israele oggi continua ad impedire il ritorno a casa di circa sei milioni di rifugiati e ancora oggi a cerca di espellere i palestinesi dalla loro terra, attraverso politiche razziste degne della peggiore apartheid.
Queste operazioni assumono di volta in volta forme e nomi diversi, attualmente vengono chiamati “trasferimenti”. I rifugiati palestinesi sono fuggiti in diversi posti e la maggior parte di questi vive nel raggio di 100 miglia dai confini d’Israele, ospite negli stati arabi confinanti; alcuni sono fuggiti nei paesi limitrofi intorno alla Palestina, altri sono fuggiti all’interno della Palestina ed hanno vissuto nei campi profughi, costruiti appositamente per loro dalle agenzie ONU, e altri si sono dispersi in vari paesi del mondo.
Tutti questi rifugiati hanno un sogno in comune: ritornare nelle loro case di origine, e questo sogno è rinnovato ogni anno attraverso la commemorazione della Nakba.
Come ogni lunedì:
Dalle 18
MERCATORK
Alle 20:00circa
CENA a cura dei Giovani Palestinesi di Torino
,mujadarah
-Homos:
-Mutabal
-tabula:
-Tabboulh
21:00 dibattito