Aperitivi musicali della domenica in collaborazione con Massimo Ardore
Questa domenica suoneranno I Figli di Pulcinella
Francesco Piras: tromba
Stefano Grasso: batteria
Andrea Jimmy Catagnoli: sax alto
Vito Zeno: contrabbasso
Gianluca Elia: sax tenore
Alessandro Centolanza: chitarra
Pulcinella ridendo e scherzando diceva sempre la verità!
I Figli di Pulcinella è un gruppo attivo nell’area milanese dall’inizio di questo Autunno. Le sue apparizioni sono attualmente per la maggior parte in strada.
Lavorando su brani tradizionali della musica jazz e di New Orleans, e principalmente su brani originali, combiniamo le influenze di ognuno di noi, i nostri diversi percorsi – che,in ambito jazzistico, vanno dal Dixieland al Free -, facciamo incontrare le nostre diverse sensibilità plasmando la musica in ogni istante.
Ma cos’è l’aperitivo musicale della domenica?
Le serate della domenica sono spazi in cui i gruppi presentano la propria musica al pubblico in un clima di ascolto, all’interno di un contesto tranquillo e accessibile di cui il concerto è la parte centrale. Il pubblico è chiamato a sostenere direttamente i progetti musicali, attraverso la nobile arte del cappello.
Vogliamo che riemerga una scena musicale, un movimento di musicisti che riporti la musica ad abitare più stabilmente e serenamente questa città.
Prima di ogni concerto è previsto un aperitivo a base di prodotti biologici con inizio ufficiale alle ore 20. I concerti inizieranno alle 22!
Due parole sul cappello
Essendo le serate estremamente accessibili e prive di biglietti di ingresso, chiediamo una riflessione sul funzionamento del cappello. Esso è il sostentamento dei musicisti, che dietro ad un’ ora di concerto ne hanno fatte innumerevoli tra studio,composizione e prove. Sarebbe bello dimostrare che per un gruppo di musicisti che offre la propria musica basta incontrare un gruppo che la ascolti per fare un concerto e portare avanti la propria attività!Insomma non vi sembri strano mettere più di 20 centesimi in un cappello!
Quella che si fa non è elemosina, ma un modo di riconoscere il lavoro dei musicisti e renderlo possibile, anche in una città come questa, che ne ha bisogno, ma che non offre grandi (né piccole!) prospettive a chi fa musica.